La sindrome da iperstimolazione ovarica
La sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS – Ovaric Hyper Stimulation Syndrome), una condizione che rappresenta una risposta eccessiva ai trattamenti di PMA e che può avere conseguenze anche molto gravi per la salute della donna.
Tale problematica ha una incidenza che si aggira attorno al 5% di tutte le induzioni dell’ovulazione e nonostante si possa risolvere, nella maggior parte dei casi, nel corso di alcuni giorni, talvolta l’OHSS può diventare potenzialmente pericolosa per la vita, a causa delle gravi complicanze a essa legate; per questo motivo è molto importante che venga precocemente identificata e opportunamente trattate.
È determinata dalla instaurarsi di ascite( liquido in addome), aumento del volume delle ovaie oltre 12 cm, alterazione degli enzimi epatici e dell’ emocromo. contrazione della diuresi, difficoltà respiratorie.A volte è necessaria l’ ospedalizzazione e il trattamento medico fino alla sua risoluzione.
Quando si manifesta, l’OHSS può assumere varie forme ma generalmente dal punto di vista clinico, i segni e i sintomi più frequenti sono rappresentati da distensione addominale, ingrandimento delle ovaie (>12 cm), nausea e vomito, diarrea, dispnea (respirazione difficoltosa), tachicardia. Nei casi più gravi il quadro clinico è caratterizzato da tromboembolia polmonare, insufficienza renale, aritmie cardiache, emorragia da rottura dell’ovaio e danno multiorgano.
Grazie a una accurata anamnesi e alle caratteristiche fisiche della paziente è possibile identificare una serie di fattori di rischio, quali la giovane età, un BMI (indice di massa corporea) <20, precedenti episodi di OHSS, la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), definita come la presenza di più di 10 follicoli di 4-10 mm per ovaio.
Non essendo stata identificata ancora oggi una causa, solo la raccolta dei dati anamnestici e una sorveglianza attiva delle condizioni cliniche della paziente rappresentano le uniche armi delle quali il medico dispone per delineare il quadro clinico della donna